In questi giorni di necessaria reclusione, fiumi di parole sono state scritte su ciò che sta capitando nelle relazioni sociali, all’interno delle famiglie sullo stravolgimento della quotidianità, sulla nascita di nuove e più sane abitudini,
la riscoperta del cibo e del piacere di cucinare e degustare qualcosa che si è creato a più mani…
Tuttavia in questo breve articolo la mia riflessione vuole soffermarsi sul nostro corpo e non mi riferisco alla semplice attività fisica che ha generato ampio dibattito sulla questione “allenamento si-allenamento no”, quanto piuttosto all’occasione che tutti abbiamo più o meno avuto di percepire prepotentemente il nostro corpo in questa straordinaria situazione di immobilità.
È come se rallentando, fermandoci e vivendo un ritmo nuovo mai sperimentato prima, perché in precedenza sempre dettato da qualcosa di esterno ed estremamente veloce, ad un certo punto il nostro corpo abbia iniziato a farsi sentire, a diventare più presente a noi stessi e anche chi non ha mai praticato sport ha iniziato a sentire una certa faticosa immobilità: è il corpo a cui per la maggior parte del giorno non siamo abituati a pensare e che diamo piuttosto per scontato, che inizia a farsi sentire a sussurrare lievemente “guardami, ascoltami, esisto anche io”.
Credo che sia proprio questo richiamo a noi stessi che ci spinge a muoverci ad uscire nel cortile di casa, a fare qualcosa. Un corpo collegato ai nostri pensieri che non è più lasciato indietro e che reclama il proprio posto nel “mondo”, al quale se in qualche modo non viene dato sfogo, potrebbe presentarci dei conti da non sottovalutare.
E allora quale momento migliore per dedicare un po’ di questo tempo a riprendere consapevolezza del nostro corpo?
Di seguito verranno proposti alcuni semplici esercizi per riprendere contatto con il nostro corpo, per aumentare la consapevolezza dei nostri muscoli e dell’energia vitale che c’è in noi. Non hanno la pretesa di essere un allenamento quotidiano, quanto un esercizio a pensare al nostro corpo, a ricordarci che esiste e non darlo più per scontato, neanche quando finirà questa quarantena.








Tratto da: “Esercizi di fisioterapia” Ospedale Niguarda di Milano, Regione Lombardia