Toc, toc, bussano alla porta…
Chi di noi andando ad aprire si aspetterebbe di trovarsi davanti un’attrice e un attore di film porno (ovviamente (s)vestiti come sul set), che gentilmente ci informano che nostro figlio adolescente li ha appena visti sul suo PC, tablet, smartphone e console? I due dichiarano chiaramente che si tratta di finzione e che nessuno di loro si comporta così nella sessualità reale, ad esempio sulla richiesta del consenso.
Come reagiremmo di fronte a questa visita? Rabbia? Spaesamento? Svenimento?
No, tranquilli: esiste un modo e forse un momento in cui affrontare l’argomento in modo educativo e costruttivo. Così la pensano in Nuova Zelanda:
Lo spot fa parte della campagna “Keep it real online” del governo neozelandese a supporto di genitori e caregiver per proteggere i propri figli online. Sul sito keepitrealonline esistono 4 sezioni che hanno il comune obiettivo di mantenere in sicurezza i minori online.

Il dibattito in tema di educazione sessuale è sempre delicato, soprattutto in Italia. La scelta di affrontare la cosa con ironia e con un sorriso, tipica del mondo anglosassone, forse potrebbe insegnare anche noi a rilassarci e, con calma ed attenzione pedagogica, affrontare con i nostri figli e studenti un tema sempre più urgente e importante.
Per fortuna (o grazie a servizi e persone) anche in Italia ci sono diverse esperienze che da tempo lavorano in questa direzione. Pensiamo agli amici di W l’amore (se non siete ancora iscritti alla loro newsletter perdete un’occasione) dell’Emilia Romagna che attraverso un progetto articolato e intelligente da anni portano avanti i temi dell’educazione affettiva e sessuale.
Infine, grazie ad una collega in gita a Bologna, vi segnaliamo la campagna del collettivo Cheap (progetto di public art fondato da 6 donne a Bologna nel 2013) che, attraverso 25 opere di street art disseminate per la città, invita a riflettere sui diritti alla sessualità. Trovate tutto ben spiegato su cheapfestival.it
Se la cosa vi spaventa allora non aprite quella porta.
