Inutile, non ce la facciamo. Per noi operatori sociali è molto difficile scrivere. Sull’onda della spinta che ci vede una professione “giovane”, un po’ ibrida, legata molto al fare, all’andare, all’essere presenti là dove le cose accadono. Sacrifichiamo spesso il setting, quasi sacro per altre professioni socio sanitarie, in nome della relazione quotidiana, spontanea, informale, convinti che quella sia la cifra significativa del nostro modo di operare.
In tale contesto, spesso anche per mancanza di risorsa-tempo, fatichiamo a trovare il senso e il valore di lasciare qualcosa di scritto.
Ecco perché siamo felicissimi di presentare “La scala e il tempio”, un testo a cura di Pier Cesare Rivoltella a cui abbiamo collaborato come staff del Centro Steadycam. Il libro è nato all’interno dell’esperienza del gruppo DECIDI (Definirsi Cittadini Digitali), di cui facciamo parte insieme al Cremit dell’Università Cattolica di Milano e alla cooperativa teatrale Industria scenica di Vimodrone.
Come sapete, da tempo il nostro centro si occupa di Media Education e promozione della salute cercando di lavorare negli ambienti digitali per sviluppare benessere, utilizzo creativo e critico, saggezza digitale. La prospettiva delle Tecnologie di Comunità fin dalla sua teorizzazione (Rivoltella 2017) ci ha trovati coinvolti nel provare a costruire i progetti di intervento che potenzino la capacità del digitale di rinforzare i legami, in controtendenza con un sentire comune che legge il digitale come ostacolo per le relazioni. Certo, le zone d’ombra esistono, ne abbiamo sentore nelle cronache di ogni giorno, ma esistono progetti, pratiche, operatori che attraverso il digitale educano, aiutano, assistono. In “La scala e il tempio” trovate una solida cornice teorica, indicazioni di metodo e progetti esemplificativi che potranno aprire dibattiti e generare nuove azioni e racconti.
Buona lettura.