Quanto è azzardato giocare online?

In un articolo precedente abbiamo già parlato di che fine hanno fatto i servizi per le dipendenze e i loro utenti durante il periodo di reclusione forzata, ma vale la pena aprire un focus sul gioco d’azzardo.

Negli ultimi anni è stato fatto molto lavoro per contrastare il gioco d’azzardo patologico, soprattutto in alcune regioni e i primi risultati positivi ci sono stati, tuttavia continua ad essere un grande problema in parte sommerso. Infatti il gioco d’azzardo contenendo all’interno di sè stesso il concetto di gioco, è più difficile da identificare come una possibile patologia, tuttavia negli ultimi anni, grazie anche ad un enorme lavoro di prevenzione, sta ricevendo la giusta attenzione.

Nel momento in cui è scattato il lockdown, la chiusura obbligatoria è stata riservata anche a sale slot e vlt, bingo e casinò, non solo, nei tabacchi sono state bloccate tutte le lotterie istantanee ed è stata permessa solo la vendita i gratta e vinci.

Ma dove sono finiti i giocatori patologici? Cosa è successo in questo periodo? Ci sono analisi del fenomeno contrastanti. Alcuni ricercatori sostengono che il gioco si sia spostato in modo preoccupante sull’online, altri invece sostengono che non sembra ci sia essere stato un aumento significativo, in quanto per molti giocatori è essenziale avere un “rapporto fisico” con la macchina da gioco, inoltre una buona fetta di giocatori di scommesse sportive, è stata tagliata fuori in quanto i campionati sono stati bloccati.

Uno dei dati interessanti però è che molte persone sono riuscita a mettere a fuoco la loro difficoltà e a chiedere aiuto, è stato come un mettersi di fronte all’evidenza che la dipendenza è solo il “sintomo” di problemi ben più profondi. Reimmergersi nelle proprie relazioni familiari, seppur con enorme difficoltà, ha permesso di rientrare in una dimensione di realtà persa da tempo, che ha permesso anche ai familiari del giocatore di mettere a fuoco la problematica e di tendere a non sottovalutarla.

Ovviamente questa è solo una semplificazione di ciò che può essere avvenuto, in realtà ci sono state numerose richieste di aiuto, non solo perché molte famiglie si sono trovate in difficoltà economica proprio dovute al lockdown lavorativo, ma anche perché il clima familiare spesso è parte del problema, come afferma l’ISS:

“La copresenza forzata 24 ore su 24 con un familiare o un convivente può rendere evidente un comportamento di gioco compulsivo; l’impossibilità di giocare d’azzardo per una persona con un disturbo specifico può causare un aumento del livello di stress, inquietudine, aggressività, disturbi del sonno al punto tale da inasprire le relazioni di convivenza”.

Per quanto riguarda il gioco online, come precedentemente detto non vi sono certezze, ma lo psicologo Mauro Croce individua due tipologie di giocatori:

“Vi sono coloro che sono magari in una fase iniziale o di riflessione, e che potrebbero cogliere questo momento come un’occasione per darsi una regolata e diminuire il gioco. Vi sono poi i veri – addicted -, i dipendenti patologici del gioco d’azzardo, che potrebbero fare il salto verso il gioco online, vincendo le diffidenze e la poca dimestichezza con la tecnologia e le piattaforme di gioco digitali”.

Ma non solo: secondo Avviso Pubblico la crisi economica, acuita dalla pandemia, potrebbe spingere più persone a rifugiarsi nel gioco – online in questo caso – e nell’illusione di un arricchimento facile così come di una fuga dai propri problemi, proprio come successe durante la crisi del 2008. Fonte Vita.it

“Quando l’economia deperisce l’azzardo fiorisce – commenta Croce citando un vecchio motto – Oggi il gioco ha una funzione non più ludica o compensativa come nel passato, ma regressiva, ed è un amplificatore di povertà. Tutti possono cadere nel vizio, uomini, donne, giovani e anziani, ma il problema colpisce soprattutto quelle fasce della popolazione più povere economicamente, culturalmente, e a livello di relazioni”.

Ultima nota, riguarda l’interessante vademecum sul gioco d’azzardo online ai tempi del coronavirus, stilato dall’associazione Avviso Pubblicola rete degli enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie; curato dall’Osservatorio Parlamentare dell’associazione, il fine è quello di diffondere informazioni su questo mondo perlopiù sconosciuto affinché, «nel rispetto della libertà di ciascun individuo di accedere a forme legali di azzardo», chi passa al gioco online lo faccia almeno in modo responsabile e informato.

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