Le storie sono sempre esistite, le storie ci accompagnano da sempre, le storie sono la nostra vita e la nostra vita è piena di storie.
Anche Steadycam è piena di storie. Le storie di chi ci lavora e di chi ci ha lavorato, le storie di chi è passato da Steadycam per riflettere, per giocare, per formarsi e confrontarsi.
A Steadycam esiste addirittura una stanza delle Storie, è una delle stanze del Progetto Display. In poco più di due anni in questa stanza sono passati centinaia di giovani e giovanissimi, tutti si sono raccontati e ci hanno raccontato delle storie. Alcune ci hanno fatto ridere, altre commuovere, molte ci hanno fatto riflettere.
Storie raccontate usando immagini e parole, così come si è sempre fatto, che ci hanno permesso non solo di conoscerci meglio, ma ci hanno anche fornito l’occasione per valorizzare e significare ciò che a volte diamo per scontato: la nostra storia.
Poi, all’improvviso, le storie di tutti noi hanno preso una piega inaspettata, per molti dolorosa, per tutti carica di ansie ed incertezze; la stanza delle Storie si è silenziata.
Abituati ad incrociare la nostra storia con quella di centinaia di persone, siamo rimasti spiazzati, smarriti, come se da qualche parte esistesse un enorme e collettivo tasto “pause” e qualcuno l’avesse schiacciato.
Non è così, ovviamente, le storie, anche la nostra, non vanno in pausa; anche ciò che sta succedendo, per quanto inaspettato, è un pezzo di storia, individuale e collettiva.
Le stanze di Steadycam torneranno sicuramente a riempirsi di storie, e per ricordarcelo e ricordarvelo, questa settimana abbiamo deciso di proporvi alcuni di quei racconti. Volutamente abbiamo pescato tra quelli fatti dai più piccoli, i bambini della primaria. Sono storie ingenue, fantastiche, leggere.
Storie costruite ridendo, ma anche con grande impegno e rigore; leggeri e rigorosi, come solo i bambini sanno essere. Potremmo ripartire da qui: forse hanno ragione loro.
Buona visione.